La prima parte del toponimo deriva dalla particolare posizione geografica dell'insediamento posto in un'area occupata un tempo da acque stagnanti e pescose. La seconda parte risale invece a poco dopo la metà del XIX secolo, quando, per Decreto del re Vittorio Emanuele II, al comune vennero annessi Castelnuovo del Vescovo e Pieve Terzagni.
Il rinvenimento di alcuni reperti di matrice longobarda fa risalire la sua fondazione all'epoca delle ripetute invasioni barbariche nella pianura padana, invasioni che segnarono la definitiva scomparsa dalla zona della presenza romana.
Contesa tra la famiglia dei Visconti di Milano e i signori Cabrino Fondulo e Pandolfo Malatesta, nel corso delle lotte che tra questi si scatenarono per il possesso del territorio cremonese, divenne feudo dei Visconti, che la affidarono prima al marchese Rolando Pallavicini, quindi alla famiglia Marini nel '500 e poi ai Barbò nel '600; costoro la cedettero, poco prima della metà del XVII secolo, a Nicolò Maggi, che ottenne il titolo di marchese dal re di Spagna Filippo IV. I
ntorno alla metà del XVII secolo la rocca fu data alle fiamme dalle truppe francesi, piemontesi ed estensi, capitanate da Monsù di Sant'Andrea; nel XVIII secolo il governo austriaco ordinò la demolizione di quel che rimaneva del castello.
Tra gli elementi di maggior spicco nel patrimonio storico-artistico vanno segnalate la chiesa di Pieve Terzagni, intitolata a San Giovanni Battista Decollato, la chiesa di Sant'Andrea, edificata all'inizio del Novecento, e la chiesa della Senigola, dedicata all'Annunciazione, di antica origine, seppure con elementi architettonici cinquecenteschi.